Il Rapporto Flexner è un lavoro pubblicato nel 1910 che avrebbe cambiato in modo radicale il corso della medicina americana e quindi anche quella mondiale. Molti non sanno che all’epoca vi erano un gran numero di scuole di pensiero e ogni sorta di approccio alla medicina, ognuna con i suoi risultati e benefici.
Le scuole di medicina erano oltre 650 soltanto in America. L’AMA, la potente associazione di medici americana, nacque nel 1847 per dare ai medici l’esclusiva e il controllo sul business della guarigione. Alcune potentissime organizzazioni industriali e finanziarie, assieme all’AMA stessa, finanziarono il Rapporto.
Prima della sua pubblicazione, quella che molti ancora oggi definiscono medicina alternativa era semplicemente la medicina antica, la medicina della tradizione. L’intento era quello di escludere tutte queste antiche scuole. In pochi anni l’omeopatia, la chiropratica, l’osteopatia, la fitoterapia e diverse altre scuole ambiguamente definite alternative, si ridussero quasi fino a sparire. Venne stroncato e perseguitato tutto ciò che non era definibile come medico e scientifico. L’obiettivo era di unificare la medicina in un unico sistema, sottoposto ovviamente al loro controllo!”
“Ma non abbiamo detto che tutto ciò che accade ha un senso?”, domandò Aldo. “E quale fu il senso di questa schiavitù tecnologica?”
“Era una esperienza che l’umanità, evidentemente, doveva vivere. Per liberarsi. Per andare avanti nel proprio percorso evolutivo.”
“In che senso?”
“Vi spiego. Rimaniamo nel campo medico ma vale per qualsiasi ambito. Una grande maggioranza di medici si era trasformata, abbastanza inconsapevolmente, dal serio libero professionista che era all’inizio a esecutore di ordini e protocolli. Altri, invece, seppero andare oltre gli schemi della cultura dominante. E queste sono le due strade che la vita ci mette sempre davanti: evolversi liberandosi delle costrizioni o rinchiudersi in falsi recinti di sicurezza e diventare degli zombie.
Ma il paziente cosa diventò in questo periodo?
Qui sta il punto fondamentale. Lo stesso discorso vale per le controparti dei medici, i pazienti. Questi, giustamente, si affidava al suo medico curante. E pochi erano i pazienti che avevano la capacità di discernere se ciò che ricevevano andava nella direzione della guarigione vera e profonda o se era solo un modo di nascondere il sintomo e che alla fine non risolveva il problema di fondo, vera causa della malattia. Col passare del tempo, un numero sempre maggiore di pazienti cominciò a rendersi conto che la guarigione stava diventando una chimera. Anche i sintomi si ripresentavano periodicamente. E cominciarono a dare alla parola guarigione un significato più profondo, nel senso che coinvolgeva non solo il fisico ma anche il benessere mentale e, più avanti, anche quello spirituale. Ma soprattutto capì che i tre aspetti erano strettamente collegati.”
“Che senso ha se io sono ‘fisicamente’ sano ma poi sono sempre frustrato, in conflitto con me stesso e col mondo e spesso in preda alla rabbia e a mille paure?”, continuò la guida. “Io voglio curarmi nella mia interezza quindi voglio stare bene anche nell’anima e nello spirito. E non voglio essere in perenne guerra col mondo e con tutti quelli che mi circondano, familiari compresi. E da qui iniziò quel processo di cui vi parlerò più avanti. Una profonda rivoluzione non solo della medicina ma anche di tutta la società, e questo gettò le basi per cambiare il mondo come l’avevamo sempre conosciuto.”
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